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Ius Scholae, cittadinanza a chi studia la nostra storia

Ius Scholae, cittadinanza a chi studia la nostra storia
  • PublishedAgosto 28, 2024

Ius Scholae, Pacifico: “Giusto riconoscere cittadinanza a chi studia la nostra storia”

Marello Pacifico, presidente nazionale del sindacato rappresentativo Anief, torna a parlare di Ius scholae e della possibilità di riconoscere la cittadinanza italiana ai ragazzi che studiano nelle nostre scuole.

Le parole di Pacifico

“Fra 10 anni la popolazione italiana scenderà sotto i 45 milioni di abitanti, nel frattempo abbiamo più del 10% di alunni alloglotti iscritti nelle nostre scuole, percentuale che si può stimare del 25% rispetto alla scuola dell’obbligo. Nella scuola insegniamo i valori della cittadinanza italiana trasversalmente in tutte le materie e ci sforziamo di apparire e costruire una comunità educata secondo i nostri valori. Sarebbe opportuno prevedere la cittadinanza già per chi ha seguito la scuola dell’obbligo perché non è la nascita o la lingua che dà diritto di cittadinanza di un Paese ma la cultura che insegniamo nelle nostre scuole”, ha detto Pacifico.

Lo Ius Scholae

Lo “Ius Scholae”, è un testo di riforma sulla cittadinanza precedentemente preso in esame in Parlamento, che lega l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un ciclo di studi. In linea generale, è il principio per cui può diventare cittadino italiano chiunque abbia completato almeno un ciclo di studi in Italia. Il Disegno di Legge del Pd, a prima firma di Paolo Ciani, prevede che possono diventare cittadini i bambini che risiedono in Italia e completano l’intera formazione della Scuola Primaria in Italia. Per chi arriva dopo i 12 anni, invece, è necessario raggiungere il diploma di scuola Secondaria di II grado.

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