Valditara a 360 gradi: “Sciopero? Idea superata. Andrò nelle scuole per confrontarmi con tutti”

“Voglio lanciare un messaggio importante – aggiunge il ministro – stiamo tutti dalla stessa parte, dobbiamo pensare a percorsi che maturino con uno sforzo collettivo”.

Sono parole forti quelle enunciate dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in un’intervista concessa al quotidiano Il Foglio. “Basta egemonia della Cgil, è finita la scuola su modello dei sessantottini”. Una dichiarazione forte verso l’organizzazione sindacale che potrebbe aprire uno scontro contro la stessa Cgil, seconda sigla sindacale per rappresentanza nel campo Istruzione e Ricerca nel triennio 2020/22.

“Penso sia cambiato qualcosa in profondità – spiega Valditara -, lo sciopero come strumento di lotta politica non tira più. Non funziona più. Si è chiusa, o si sta chiudendo, un’epoca. È ora di avviare una stagione di confronto costruttivo, nella logica di quella grande alleanza fra docenti, studenti, famiglie, istituzioni, parti sociali che ho da subito auspicato. Credo sia finita quell’idea antica, forse sessantottina, della scuola come luogo di militanza politica”.

“E’ l’inizio della normalità – ribadisce Valditara. Della fisiologia dei rapporti. Questa novità, va ora accompagnata da parte di chi governa con una ancora più convinta politica di ascolto. Io intendo dialogare il più possibile. Voglio andare sul territorio per confrontarmi con docenti, presidi, personale amministrativo. Per questo a partire dai prossimi mesi girerò l’Italia e gli istituti scolastici. Voglio lanciare un messaggio importante: stiamo tutti dalla stessa parte, dobbiamo pensare a percorsi che maturino con uno sforzo collettivo”.

“Gli insegnanti oggi vogliono risposte concrete – continua il ministro -, sono interessati a quello che accade nei loro istituti, vogliono capire le strategie complessive che ispirano l’azione di chi governa. Docenti e personale scolastico si sono accorti che è stato appena chiuso un contratto importante che dà un aumento di 124 euro medi mensili (lordi) e che ha anticipato a dicembre gli arretrati di stipendio per circa 2.400 euro in media a persona – aggiunge -. E in un contesto difficile, che ha costretto il governo a investire ben 21 miliardi di euro sul caro bollette, siamo comunque riusciti ad aumentare di circa 1,8 miliardi in 3 anni le risorse per la scuola”.

 

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