Corsi abilitanti: necessario il 70% delle presenze
Sono ufficialmente partiti i corsi abilitanti da 30, 36 e 60 CFU rivolti ai docenti, organizzati dalle Università italiane. Il percorso rappresenta un passaggio fondamentale per l’abilitazione all’insegnamento, ma emergono


Sono ufficialmente partiti i corsi abilitanti da 30, 36 e 60 CFU rivolti ai docenti, organizzati dalle Università italiane. Il percorso rappresenta un passaggio fondamentale per l’abilitazione all’insegnamento, ma emergono già le prime criticità, soprattutto legate alla modalità di svolgimento delle lezioni.
Docenti in difficoltà: lezioni in presenza lontano da casa
Molti candidati iscritti ai corsi sono già docenti in servizio, impegnati non solo con le attività didattiche ma anche con altre responsabilità scolastiche. Per loro si presenta un problema rilevante: la difficoltà di frequentare regolarmente, specie quando l’Università scelta si trova lontano dal luogo di residenza o di lavoro.
Una delle domande più frequenti è:
“Come farà chi lavora in un’altra regione a seguire il 70% delle ore richieste?”
Le regole sulla frequenza: massimo 50% online
I percorsi abilitanti si svolgono in presenza, anche se una parte delle attività può essere svolta online. In particolare:
- Massimo il 50% delle attività (escluse quelle di tirocinio) può essere svolto in modalità telematica
- Il restante 50% deve essere seguito in aula, in presenza
Questo vincolo vale sia per le Università tradizionali che per quelle telematiche, le quali non sono esentate dall’organizzare parte delle lezioni dal vivo.
Frequenza obbligatoria per accedere all’esame finale
Per poter accedere alla prova finale, ogni corsista deve frequentare almeno il 70% delle attività formative previste. Questo requisito rende ancora più difficile la partecipazione per chi ha vincoli geografici o lavorativi.